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MAL DI MARE

All’inizio del mal di mare si ha paura di morire, poi si ha paura di non morire più.
Nausea. La parola del malessere tanto temuto è strettamente legato al mare. L’etimologia latina significa “mal di mare” e in greco “barca”. E’ il male da movimento o cinetosi. E’ fortemente influenzato dalla psiche quindi non c’è modo più sicuro di star male che esserne convinti in anticipo. Tutti possono esserne interessati. Anche i marinai più …navigati. C’è chi è maggiormente predisposto.
La capacità di adattamento è sia innata che acquisita. I “sensori” del nostro corpo che si rapportano alla superficie e ci danno il senso della “percezione verticale”, quando ci troviamo vicino ad uno strapiombo non hanno riferimento a causa del vuoto (senso della vista) e originano le vertigini. Quando ci troviamo su un corpo galleggiante perdono il senso di riferimento rispetto alla superficie fissa a cui siamo abituati.(vista ed equilibrio) C’è un disadattamento ed il corpo umano impiega dalle 24 alle 36 ore a riadattarsi al movimento. Infatti, dopo tale periodo, scendendo a terra, avvertiamo un senso di continuo oscillamento: il famoso “mal di terra”. I nostri sensori stanno “ritarandosi” e riadattandosi a punti di riferimento fissi. In questa fase c’e’ iperproduzione di acidi gastrici (acidità seguita da nausea poi vomito). Una alimentazione corretta può abbassare il tasso di acidità dello stomaco. Una alimentazione sbagliata può provocarlo.

COSA E’ SCONSIGLIATO
Avere troppo caldo o troppo freddo, restare bagnati, essere stanchi o avere sonno. Fumare, respirare odore di gasolio o di gas di scarico. Restare all’interno della barca, cucina, tavolo da carteggio. Fermarsi in bagno in una cuccetta mal ventilata. Leggere, scrivere, utilizzare un computer. Restare seduti per troppo tempo. Essere ansiosi, angosciati per i primi sintomi, per mancanza di confidenza con la barca o l’equipaggio, per scontento a bordo. Continuare a restare attivi a discutere ai primi sintomi di malessere. Trattenersi dal vomitare. (in genere dopo si migliora) Considerarlo come una malattia vergognosa e mostrare di essere in forma. Evitare di passare il confine fra le avvisaglie del male (Sbadigli frequenti, disinteresse, sonnolenza, salivazione eccessiva, malessere, pallore, sudorazione, emicrania, nausea) ed il male conclamato.(vomito, vertigini, apatie, spossatezza). Il male viene in fretta ma se ne va molto lentamente. Il ritorno alla normalità sarà meno difficoltoso e senza rischi per la salute.
Cibo: Vanno banditi gli alimenti che favoriscono acidità gastrica, fritti al primo posto. Piatti a base di grassi animali terrestri (pancetta, panna, burro). Sconsigliati i dolci. Limitare il consumo di salumi, fatta eccezione per il prosciutto crudo senza grasso, i formaggi specie se freschi e ricchi di grassi, escludendo dalla lista il parmigiano che è invece consigliato. Eliminare il cioccolato caldo e il latte, soprattutto col caffè. Spesso la sequenza di ingerimento degli alimenti è più importante della loro composizione. Niente fritti. (la frittura della patata vanifica il beneficio del tubero) A stomaco vuoto, evitare agrumi e di bere molti liquidi, acqua inclusa. Non abusare di alcolici, soprattutto vino bianco secco e superalcolici in specie distillati di uva. Non digiunate e non fate pasti grassi e copiosi.

COSA E’ CONSIGLIATO
Prima di salpare vivere un poco in barca o fare tappe brevi con mare calmo per acclimatare il corpo e abituarlo al movimento. Occuparsi dell’umore: osservare la rotta, gli uccelli, i punti cospicui, pescare, manovrare, ascoltare la radio, raccontare storie… Vestirsi in funzione delle condizioni meteo preparando in anticipo i vestiti di ricambio o pesanti, ed i cibi. Ai primi sintomi, occorre intervenire e non persistere in ciò che si sta facendo. Ad esempio passate al timone, fissate un punto all’orizzonte, respirate a fondo, anticipate i movimenti della barca. A sintomi dichiarati, sistemarsi nella parte più stabile della barca, vicino al centro di gravità, isolarsi, fare il “vuoto in testa”, evitare discussioni. Stendersi nel senso di moto, testa appoggiata ma sollevata, occhi fermi. Se in cuccetta, che sia ben ventilata e con un secchio a portata di mano. Ispirare quando la barca sale ed espirare quando scende.
Cibo: Mangiare e bere poco e spesso. Meglio un piatto caldo di un panino. Spiluzzicare cose leggere ed energetiche: pane, riso, pasta, pesce, prosciutto, parmigiano reggiano, legumi, frutte, barrette di cereali. Ideali le patate. Masticare a lungo. Sughi di pasta e riso dovranno essere più leggeri possibili; un goccio di olio crudo e parmigiano resta sempre la migliore soluzione. Indicata la cottura al cartoccio, semplice e adatta con mare formato. Alimenti salati che sviluppano una reazione basica sono un vero toccasana: crekers salati e non aromatizzati, acciughe. Ecco spiegata la ragione della sarda sotto sale che i marinai di un tempo usavano come rimedio. Le bevande gasate da ingerire a stomaco pieno, liberano anidride carbonica e diminuiscono il tasso di acidità. Se non si vuole rinunciare al vino, quello rosso è il più indicato (tannini). Dopo aver vomitato occorre assumere liquidi per controbilanciare la disidratazione, bevendo a piccoli sorsi; acqua ricca di sali, brodo, zuppa di legumi.

RIMEDI Cerotti, braccialetti, gomme da masticare e farmaci. L’efficacia varia da individuo a individuo. Occorre fare prove per individuare quello più adatto. In linea di massima, l’esperienza di mare fa notare che sono da preferirsi i rimendi in cui non si ingurgita saliva (no caramelle e gomme da masticare). Le pillole sono efficaci ma danno sonnolenza. I cerotti a lento rilascio sono efficaci, danno meno sonnolenza ma vanno applicati almeno 3 ore prima di imbarcarsi. Sono poco efficaci se applicati con sintomi già presenti. (in questo caso usare farmaci a rapida efficacia). I braccialetti “Sea Band” che comprimono sul polso il punto P6 Neiguan li ho visti spesso poco efficaci con mare formato, ma possono provocare un benefico effetto placebo. Non dimentichiamo che la componente psicosomatica ha un notevolissimo peso. E’ capitato di amici che decantavano l’efficacia dei braccialetti (N.B. benessere reale) mostrando i polsi in cui erano stati indossati al rovescio. (pallina verso l’alto).(!) Visto che sono un rimedio naturale, dunque, perché no. I principi attivi: il demenidrinato (Xamamina, Valontan, Motozina, Travelgum) e la scopolamina (Cerotti transepidermici Transcop) NON mescolate prodotti differenti e non ingerite alcolici.

Articolo redatto da Claudio Ansaloni col contributo di Roberto Pisani (mensile VELA) e dott. Lauretta Franchetto.

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